venerdì 20 novembre 2015

QUANDO LA GENITORIALITÀ È FUNZIONALE E QUANDO DIVENTA DISFUNZIONALE E MALTRATTANTE

Tratto da stateofmind.it  Autore: Loredana Paradiso

Il parenting è un concetto che consente di osservare, interpretare e comprendere come si struttura lo sviluppo psico-socio-culturale del bambino nelle sue diverse articolazioni ed effetti. Il parenting, infatti, condiziona il benessere e il malessere fisico e psicologico del bambino e favorisce o ostacola i processi di sviluppo e crescita fisica e psicologica. In questo senso il parenting può essere osservato in una dimensione di protezione, quando è funzionale allo sviluppo, o di rischio e compromissione, quando è disfunzionale e maltrattante.
La relazione figli-caregiver è lo spazio relazionale primario in cui si sviluppano i processi mentali che determinano lo sviluppo del sé, delle rappresentazioni mentali dell’altro e del mondo. Esiste un momento della vita di ogni persona in cui il soggetto vive in uno spazio relazionale neutro in cui fa esperienza del significato delle relazioni: è in questa fase che inizia a riconoscere e decodificare l’accudimento del genitore e co-costruire un’aspettativa relazionale espressione della rappresentazione di sé e dell’altro ( Stern, 1987). In questo spazio relazionale primario, caratterizzato dai processi di accudimento del caregiver, si realizzano tutti i processi di sviluppo psico-fisico-sessuale del bambino.
Il parenting è il concetto che meglio rappresenta “ il processo relazionale finalizzato all’accudimento”. Questo è “co-determinato dal bambino e dall’adulto identificato come figura di riferimento, si realizza in una dimensione spazio-temporale e socio-culturale e promuove lo sviluppo fisico e psico-socio-culturale-educativo del bambino”. (Paradiso, 2015). Il parenting è un concetto che consente di osservare, interpretare e comprendere come si struttura lo sviluppo psico-socio-culturale del bambino nelle sue diverse articolazioni ed effetti. Il parenting, infatti, condiziona il benessere e il malessere fisico e psicologico del bambino e favorisce o ostacola i processi di sviluppo e crescita fisica e psicologica. In questo senso il parenting può essere osservato in una dimensione di protezione, quando è funzionale allo sviluppo, o di rischio e compromissione, quando è disfunzionale e maltrattante.
Per comprendere il parenting funzionale, disfunzionale e maltrattante è indispensabile osservare il rapporto tra accudimento e bisogni di sviluppo del bambino, nucleo centrale dei processi di accudimento. E’ la competenza del genitore di osservare, riconoscere e soddisfare i bisogni di sviluppo del bambino che determina un parenting funzionale. Nel parenting funzionale i genitori sono in grado di gestire in modo adeguato le dinamiche famigliari, i processi di riconoscimento e soddisfazione dei bisogni evolutivi e il percorso di crescita e di sviluppo del bambino. In particolare è la qualità delle cure ricevute che determina il benessere relazionale del bambino: l’adeguatezza del comportamento di accudimento è il presupposto per la formazione del legame di attaccamento, dei modelli operativi interni, della rappresentazione di sé e degli altri.
Nel parenting disfunzionale l’accudimento è precario, ambivalente, non orientato ai bisogni del bambino: il caregiver non riesce a osservare e quindi rispondere ai bisogni evolutivi del figlio e trasferisce su di lui richieste che non è in grado di capire e decodificare. In molti casi ha delle difficoltà a rendersi disponibile al figlio, a entrare in relazione con lui sul piano affettivo e cognitivo. L’effetto finale è un ambiente famigliare caratterizzato da messaggi contraddittori, da proposte non orientate alla fase di crescita e sviluppo del bambino. Il caregiver non è in grado di gestire le dinamiche famigliari specifiche del percorso di crescita di un figlio, di riconoscere e soddisfare i bisogni di sviluppo primari affettivi, sociali e culturali, di agire i comportamenti di monitoring nelle attività dei figli, di regolazione emotiva e comportamentale.
Nel parenting disfunzionale il genitore trasforma i bisogni del bambino in funzione dei propri: è l’esempio di un genitore che non riesce ad adeguarsi alle tappe di sviluppo del figlio e a modulare il comportamento sui bisogni primari del bambino ( alimentazione, sonno, controllo sfinterico, cura del corpo) determinando una situazione di deregulation educativa-emotiva-fisiologica che compromette lo sviluppo complessivo del bambino. Il parenting disfunzionale influenza naturalmente la formazione della rappresentazione di sé e dell’altro, il legame di attaccamento e i conseguenti modelli operativi interni.
Il parenting disfunzionale si può trasformare in un parenting maltrattante nel momento in cui il genitore non solo non è in grado di offrire un accudimento appropriato ai bisogni di sviluppo del bambino, ma opera una distorsione, inversione e negazione dei bisogni del bambino ( Paradiso, 2015). E’ l’esempio del genitore che nega il bisogno del bambino e offre un accudimento insufficiente, esperienza principale della trascuratezza, che distorce le esigenze del bambino, espressione tipica della patologia delle cure, che inverte i bisogni del bambino con i propri, sfruttandoli, caratteristica della realtà della violenza psicologica e dell’abuso sessuale.
Quindi, gli effetti del parenting maltrattante sono le situazioni di trascuratezza, deprivazione affettiva, maltrattamento e abuso. Il parenting maltrattante comprende tutte le azioni che compromettono lo sviluppo psico-fisico-sessuale del bambino, ledono l’integrità fisica e psicologica, sfruttano la debolezza e la fragilità psicologica del bambino per soddisfare i bisogni personali. Nel parenting maltrattante i genitori sfruttano il potere nei confronti del figlio, non sono in grado di tutelarlo, seguirlo e crescerlo in una logica di protezione, strumentalizzano la relazione con lui per il soddisfacimento dei bisogni dell’adulto, sino ad aggredire il figlio o a sfruttare i suoi bisogni di sviluppo.
Il parenting funzionale, disfunzionale e maltrattante rappresenta un’area concettuale importante nella comprensione non solo dello sviluppo del bambino, ma del benessere/ malessere psicologico della persona nel suo intero percorso di vita. Le numerose testimonianze nell’ambito della clinica, infatti, dimostrano l’impatto del parenting disfunzionale e maltrattante nella storia della persona e, in particolare, in alcune fasi di transizione del ciclo di vita. In particolare nella transizione alla maternità e paternità, biologica o adottiva, i vissuti della donna e dell’uomo in relazione all’accudimento ricevuto emergono in modo prepotente come flash back, come paura, come ansia nel caso di un parenting disfunzionale e maltrattante o come ricordo positivo, serenità, come desiderio di genitorialità, percezione di competenza nel caso di un parenting funzionale.
Il parenting, infatti, è un processo che lega le generazioni attraverso i processi di interiorizzazione dei sistemi di accudimento formando un sistema di “trasmissione intergenerazionale del parenting”. In assenza di un percorso di elaborazione personale o di gruppo è comune osservare la somiglianza dei comportamenti educativi all’interno della famiglia allargata. In conclusione il parenting è un costrutto centrale nella psicologia dello sviluppo, nella psicologia clinica e di comunità poiché rappresenta uno dei processi relazionali di base della nascita psicologica del bambino ( Stern, 1987l) e il principale fattore protettivo e di rischio del benessere/malessere dell’infanzia.


Per saperne di più: http://www.stateofmind.it/2015/11/parenting-funzionale-maltrattante/

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